Oggi vogliamo segnalare un interessantissimo articolo di “Linkiesta” sui fattori che determinano la felicità sul luogo di lavoro. Alcuni possono pensare che il fattore principale possa essere quello legato al salario e invece alcune ricerche hanno dimostrato il contrario.

Creare un ambiente di lavoro dove le persone possano sentirsi felici, secondo il senso comune della definizione, non è sempre facile né necessariamente conduce alla felicità. Un buon salario, abbondanti benefit, ad esempio, non sembrano rendere più di tanto felici le persone. Una ricerca condotta presso l’Università di Warwick in Gran Bretagna ha messo in luce che le persone felici al lavoro sono il 12% più produttive, mentre Shawn Achor ha scoperto che la felicità rende le aziende più produttive del 31%, le vendite aumentano del 37%, l’accuratezza di esecuzione dei compiti sale del 19%, la qualità della vita e il benessere mentale degli impiegati ne vengono beneficiati.

Si è visto che offrire dei piccoli, sani snack di cibo, massaggi rilassanti, servizi medici, una palestra interni all’azienda rendono le persone più felici. Google, ad esempio, ha scelto aspetti estetici divertenti ella sua architettura interna. In realtà, non è sempre facile stabilire una relazione diretta tra ciò che rende felici le persone in azienda e le ricadute professionali positive di tali politiche aziendali. Ad esempio, si è rilevato che anche se i benefit sono molto attraenti per gli impiegati, essi non sono efficaci per migliorare le performance aziendali.

Inoltre, si deve sottolineare che l’essere umano è molto abile ad adattarsi alle diverse situazioni, belle o brutte che siano, per cui anche dopo avere ottenuto grandi salari, benefit, alla fine ci si abitua. Memorabile in questo senso è stato lo studio di Philip Brickman, Dan Coates e Ronnie Janoff-Bulman dell’Università del Massachussets nel 1979 in cui hanno rilevato che il livello generale di felicità di coloro che hanno vinto una ingente somma alla lotteria e quella di coloro che sono sopravvissuti ad un incidente, ma sono diventati paraplegici o quadriplegici non era significativamente differente. Le persone che avevano vinto alla lotteria erano felici per la vincita, ma traevano meno piacere dalla vita quotidiana rispetto alle persone sopravvissute all’incidente.

Anche il salario non è un elemento determinante per la felicità. Al contrario, può anche diventare fonte di infelicità se ci si confronta con altri colleghi o altre aziende in cui si viene pagati di più per le stesse mansioni. Una ricerca condotta presso la Princeton University ha scoperto che le persone ben pagate al lavoro sono relativamente soddisfatte, ma sono a malapena più felici nella vita quotidiana, sono più inquiete, non trascorrono il loro tempo per svolgere più cose che a loro piacciono rispetto a coloro che vengono pagati meno.

Secondo Alexander Kjerulf quello che rende maggiormente felici le persone al lavoro sono le relazioni umane. Le gratifiche hanno un peno meno preponderante rispetto ai buoni rapporti. Le persone hanno bisogno di sentire che stanno contribuendo a realizzare qualcosa di importante. Craig Shapiro aggiunge che la soddisfazione è in funzione della produttività, del riconoscimento e del dare. In altre parole, compiere un lavoro significativo che gli altri apprezzano e restituire qualcosa è formula della felicità al lavoro.

Quindi cari recruiter quando scegliete chi assumere, tenete bene presenti anche le caratteristiche personali oltre che quelle lavorative perché l’ambiente di lavora conta e potrebbe essere la chiave per il successo della vostra azienda!

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